Storie di coaching: cosa nasconde il Time Management

Cosa nasconde il Time Management? Durante i primi appuntamenti di coaching chiediamo alle persone quali siano i loro obiettivi e le loro sfide. Una delle risposte più frequenti è la gestione del tempo.

Spesso le persone desidererebbero avere più tempo, senza rendersi conto che, se non cambiassero nulla, avere più tempo servirebbe solo ad occuparne ancora di più con i propri compiti ed averne sempre meno da utilizzare per le cose davvero importanti.

Questo perché spesso la gestione del tempo non è la vera difficoltà, ma nasconde ostacoli e sfide a livelli più profondi.

Quando lavoriamo su queste tematiche, è facile dividere le persone coinvolte in tre gruppi: il 10% di loro sono oppositori, il 20% non sa realmente cosa stia facendo e il 70% rappresenta il gruppo che vuole davvero imparare.

Un caso reale

La sfida di un nostro coachee era quella di migliorare il proprio time management per smettere di fare straordinari, che può sembrare un obiettivo condiviso.

Indagando ulteriormente, abbiamo capito che lo scopo per cui aveva questa necessità era il desiderio di riuscire ad organizzarsi per avere un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata.

Durante il percorso di coaching, è emerso che il problema era il fatto che, avendo troppe attività, gli era impossibile rispettare le scadenze.

La soluzione era delegare maggiormente, ma per farlo, era necessario responsabilizzare le persone, educandole per farle evolvere.

Qui si è trovato il punto dolente del coachee, che non credeva di poter migliorare in tempi ragionevoli e questo veniva percepito anche dalle altre persone che, come effetto, si sono appiattite. In questo caso, su cosa è stato necessario concentrarsi, quindi? Sulla sponsorship positiva del coachee sui propri colleghi, per spostare il punto di vista da quello che le persone fanno alle loro potenzialità.
Sono quindi riusciti a fare i primi passi di delega e verifica della costruzione di un rapporto di fiducia per il capo la confidenza necessaria per credere nei collaboratori e nei collaboratori per credere in loro stessi.

Affrontare la paura del cambiamento di atteggiamento nei confronti dei propri collaboratori.

Quindi, anche per gestire meglio il proprio tempo, è opportuno indagare gli ostacoli e le cause e cercare la convinzione radice per cui non è stato possibile farlo in precedenza, è necessario modificare qualche assunto, superando la propria ritrosia a cambiare approccio

 

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